LA FIABA E LA STORIA. Il racconto delle cose profonde

23.04.2021
 
VENERDì 23 APRILE PRENDE AVVIO IL CICLO DI LABORATORI TEATRALI IN CARCERE PRESSO LA CASA CIRCONDARIALE DI PADOVA, CHE PORTA I DETENUTI A CONFRONTARSI CON IL TEMA DELLA FIABA E, ATTRAVERSO ESSA, A RIELABORARE I VISSUTI.

"LA FIABA E LA STORIA, Il racconto delle cose profonde" è il nuovo percorso di attività teatrali di gruppo, realizzato in collaborazione con il Ministero della Giustizia (DAP) Casa Circondariale di Padova e sostenuto dalla Direzione Regionale per i Servizi Sociali - Servizio Prevenzione delle Devianze e Tossicodipendenze della Regione Veneto, attraverso il bando per il finanziamento di iniziative socioeducative a favore di persone detenute negli istituti penitenziari del Veneto e di persone in area penale esterna.

 

Attraverso il tema della fiaba, il progetto – in partenza il 23 aprile 2021- si propone di contribuire al miglioramento della qualità della vita all’interno del carcere, coinvolgendo i detenuti della Casa Circondariale di Padova in attività di gruppo che utilizzino i linguaggi teatrali e artistici. La finalità è favorire e migliorare nei partecipanti l’espressività e la conoscenza di sé.

 

Il laboratorio è ideato e condotto da Flavia Bussolotto, direttore artistico di Tam Teatromusica, e Marco Caldiron, regista e insegnante teatrale.

 

L’attività di laboratorio teatrale in carcere costituisce una parte irrinunciabile dell’identità artistica di Tam Teatromusica e la sua storia lo testimonia: il progetto di Tam Teatromusica nelle carceri di Padova ha avuto inizio nel 1992 e da allora continua con passione e sincera convinzione, per costruire insieme ai detenuti percorsi artistici e espressivi.

 

Il nuovo percorso si propone di indagare il mondo della FIABA, tradizionale esempio di racconto orale tramandato nel tempo e patrimonio universale che parla di tutti noi, dei nostri desideri e delle nostre paure, dei nostri segreti, consci e inconsci.

 

Punto di partenza del percorso laboratoriale sarà la visione di un racconto teatrale ispirato a una fiaba popolare riportata dai Fratelli Grimm: “I sei cigni”. Nello spettacolo la narratrice prende possesso di tutti i personaggi della storia e, con l’aiuto di pochi oggetti, dà vita a un racconto ritmico musicale. La visione dello spettacolo permetterà ai detenuti di immergersi facilmente nella tipica atmosfera delle fiabe, facendo quindi esperienza di un linguaggio non quotidiano per poter ragionare sulla forma narrativa che le caratterizza.

 

Dopo la visione de “I sei cigni” il laboratorio farà emergere a caldo le tracce lasciate dal racconto negli spettatori detenuti. Negli incontri successivi sarà chiesto loro di proporre una fiaba della loro tradizione, per poi condividerla e raccontarla teatralmente; questo permetterà loro di compiere un primo lavoro di recupero della fiaba dalla propria storia e dalla propria memoria, e quindi di organizzare in forme nuove il proprio ricordo e la propria memoria culturale profonda.

 

I detenuti, orientati dal laboratorio, scopriranno che la fiaba ha la sua forma, le sue figure retoriche, i classici incipit e le proverbiali chiusure e che all’interno di questi due poli si sviluppa il racconto. Scopriranno inoltre come nel racconto i personaggi siano metafora di aspetti dell’umano e i luoghi paesaggi interiori. Questo materiale simbolico e formale diventerà il linguaggio metaforico attraverso il quale i detenuti saranno invitati a raccontare di sé in forma di fiaba.

 

L’attività teatrale in carcere ha una altissima valenza pedagogica. L’auto-narrazione e la narrazione ad altri della propria esperienza e biografia in forma metaforizzata, può consentire una rivisitazione di parti della propria storia spesso più difficili da raccontare anche a se stessi, e consentire un’esplorazione e una riappropriazione più consapevole e profonda.

 
 
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