dal poema Une saison en enfer di Arthur Rimbaud tradotto da Ivos Margoni
Età consigliata: dai 14 anni
Durata: 50 minuti
Teatro d’attore e musica
TAM TEATROMUSICA PRESENTA LA NUOVA PRODUZIONE DI NICOLA LOTTO “L’angelo in esilio” dedicato al poeta francese Arthur Rimbaud.
In anteprima al teatro “Dario Fo” di Camponogara venerdì 22 novembre 2024 alle ore 21.
Teatro, musica, poesia, il nuovo spettacolo teatrale è tratto da “Una stagione in inferno” di Arthur Rimbaud tradotto da Ivos Margoni.
Padova, 18 novembre 2024 – Nuova produzione teatrale per la storica compagnia Tam Teatromusica fondata nel 1980 da Michele Sambin e diretta da Flavia Bussolotto.
Con l’anteprima del 22 novembre al Dario Fo, in collaborazione con il Comune di Camponogara/Assessorato alla Cultura, si inaugura un nuovo capitolo dedicato al pubblico adulto, nella lunga storia teatrale di Tam Teatromusica.
Autore è Nicola Lotto, musicista, cantante e cantautore, già autore per Tam Teatromusica di numerose opere tra cui “Vorrei essere libero. Le parole nuove di Giorgio Gaber” molto apprezzato dal pubblico adulto e dai ragazzi di tutta Italia. Oggi porta in scena le parole di Rimbaud, magnificamente tradotte da Ivos Margoni. “Parole cantate, accennate o gridate, arrangiate in musica con la produzione artistica di Flavio Ferri; quasi canzoni, non più letteratura.”
Nell’aprile 1873, nella casa di famiglia a Roche, un giovanissimo Arthur Rimbaud iniziava la stesura della sua ‘Une saison en enfer’, un viaggio iniziatico di straniante bellezza scritto nella forma di una visionaria prosa poetica. Un testo in grado, dopo un primo quasi inevitabile insuccesso, di tracciare un solco profondo nella cultura letteraria di tutto il 900. Un paio d’anni dopo la sua pubblicazione, Rimbaud è già altrove, nell’Africa degli hic sunt leones e non scriverà più un rigo di poesia.
Lo spettacolo racconta del viaggio come metafora di rinascita e riscoperta, della vita del Rimbaud viaggiatore inquieto, un esploratore alla ricerca di qualcosa che sembra avere a che fare con un’idea di felicità che resterà solo un pensiero, un miraggio, l’ultimo approdo a cui tendere, all’infinito.
Dell’opera di Arthur Rimbaud esistono innumerevoli interpretazioni, letture, analisi, illuminazioni e iperboli. Lo stesso vale per l’autore. Rimbaud il poeta, il veggente, il viaggiatore, il commerciante d’armi, l’esploratore. Rimbaud arrogante e violento, dolce, paziente, premuroso. Rimbaud uomo bambino. Rimbaud figlio del Sole.
Paul Verlaine che sperimentò con Rimbaud un importante sodalizio umano e artistico scrisse così:
“l’uomo era alto, ben fatto, quasi atletico, con un viso perfettamente ovale da angelo, i capelli castani sempre in disordine e gli occhi di un inquietante azzurro pallido.”
Lo spettacolo, per il suo debutto, trova spazio ideale al Teatro Dario Fo di Camponogara, con la collaborazione dell’Assessorato alla cultura del Comune di Camponogara che, per parte della produzione, ha messo a disposizione della compagnia il proprio teatro in forma di residenza artistica.
“L’ANGELO IN ESILIO”
di e con Nicola Lotto
produzione Tam Teatromusica
musiche di Nicola Lotto prodotte da Flavio Ferri
voce narrante Claudia Fabris
traduzione Ivos Margoni
luci e suoni di Stolfo Fent
in collaborazione con il Comune di Camponogara/Assessorato alla Cultura
INFORMAZIONI
biglietto unico 5 euro
info e prenotazioni tamteatromusica@gmail.com 3339206912
ENGLISH VERSION
Actor’s theatre, video projections
Suggested age: 2/6 years old
Running time: 35 minutes
Our new journey of exploration, conceived for early childhood, is inspired by some evocative insights from Point and line to plane and Concerning the spiritual in art by Wassily Kandinsky.
Kandinsky wrote: “Colour is the key. The eye is the hammer. The soul is the piano with its many chords. The artist is the hand that, by touching this or that key, sets the soul vibrating.” He stated as much when speaking of form in another excerpt.
Kandinsky believed form and colours speak directly to our soul. Each colour has its own smell, flavour and sound, and so has each dot, each line or each triangle, square and circle. Thanks to their perceivable qualities, forms are living beings one can listen to and colours can evoke a vital sensation, an emotion, a sound, or even a musical instrument.
A work of art is a form and colour score with its own sound and scope; it’s the creation of a world the audience is invited to dive in “with all their senses”.
It’s precisely this “synaesthetic” vision that has aroused my curiosity and desire to draw a connection between Kandinsky’s ideas and children’s “multisensory perception” of the world.
But while Kandinsky meant to apply a scientific approach to art, assigning mathematical bases to artistic phenomena and establishing a structure of pictorial symbols, it’s my intention to lightly and freely play with the creative suggestions deriving from his words.
Synaesthesia, from the Greek syn-aisthanèstahai, “perceive together”. If we stick to the term’s etymological meaning, we could say that any sensory activity is a synaesthetic one; everyone of us “perceives together” sounds, colours, smells and flavours. And to a larger extent does the child being immersed in a total flow of perceptions.
But synaesthesia also means “contamination” of the senses, e.g. the colour of a sound, or the scent of a word.
On stage a body interacts with the silence of a point in space, with the poetry of a straight line evoking spaces to inhabit, while absorbed by a bursting colour which is also food, perfume, the sound of a musical instrument. Each colour is a note and children can reflect themselves in the actor’s sensory immersion; they can experience their actual perceptions mingled with the memory of their senses as mental images.
Through a play of video projections, the elements of painting conjure up worlds which physically touch the actor’s body: what does a colour smell like? What does it taste and sound like? …Biting on a lemon, sour sound, sour colour coming out of the soul and invading space.





